A Bologna, io c’ero!

Parcheggio la macchina, prendo l’autobus ed eccomi in centro a Bologna per assistere all’incontro alla Feltrinelli. Dopo aver acquistato il suo libro, arrivo alla galleria. Manca più di un’ora, ma non volevo rischiare di non trovare posto, il “Resto del Carlino” oggi è uscito con una intervista a Simone con ben in evidenza l’appuntamento sotto le due torri e infatti molte delle sedie sono già occupate. Trovo un posticino in seconda fila di fianco a 4 ragazze che stanno ripassando diritto privato, sorrido pensando a “Studentessa universitaria”, un po’ meno se penso a “Laureata precaria”.

Inizio a leggere il libro, a farmi coinvolgere dagli incontri che Simone ha raccontato, ma vengo continuamente distratta da una serie di rumori che vanno dallo stock, al tump, fino a qualche umano acc. Tutta colpa di un piccolo scalino che ricopre i fili elettrici e che attraversa la galleria. Uno scalino molto democratico che colpisce indistintamente tutti, scarpe a punta, col tacco, da ginnastica. Si salva solo una mamma che spinge una carrozzina e che si accorge del dislivello solo perchè ci sbatte contro con le ruote. Dopo che il tecnico cerca comprensione con noi sedute vicino – E’ pure arancione, di più non posso fare – le risatine dopo ogni stomp ci uniscono nell’attesa.

Alle 17.30 ecco che si scorgono dietro le colonne Red Ronnie e Simone. E’ un tam tam molto composto, quasi a rassicurarci che è qui (avevamo letto che aveva aderito alla manifestazione a Roma) e che non è poi così diverso da come appare in televisione. Al microfono viene detto che nell’attesa dell’incontro Simone firmerà gli autografi. Si forma così una coda al tavolo laterale che poi si sposta su un altro fronte e sfrutto l’empatia creata dallo scalino democratico per farmi tenere il posto dalle studentesse di diritto mentre mi metto in coda.

Mi viene in mente un non ben identificato film americano dove i bambini si mettono in coda nei supermercati per parlare con Babbo Natale. A me non è mai capitato, ma per descrivere il mio stato d’animo ho pensato a quei bambini. Insomma, in fila pronta a ricevere un regalo e non da una persona qualsiasi.

LidodiCamaiore2005 E quando me lo trovo davanti ho un sorriso a 36 denti, se mi avesse visto il mio dentista mi avrebbe assoldato per la pubblicità al suo studio, una bellissima dedica nella prima pagina del suo libro, un grazie che ci ricambiamo. Momenti mi commuovo. Sono sopravvissuta nella fase adolescenziale ai vari deliri per gli idoli stranieri del momento e poi quasi mi scende la lacrimuccia ripensando alle emozioni che mi ha fatto provare la sua canzone.

Sono le 18.00 e inizia l’incontro. Ridiamo con Simone che si mette le mani nei capelli quando Red Ronnie gli fa notare che la sua storia parte da “Vorrei cantare come Biagio” Antonacci e che quindi ce la deve accennare, ridiamo ancora di più quando ci offre una versione del testo non proprio fedele.

Ci inteneriamo alla risposta di Simone al ragazzo di “RadioPsico” che gli chiede un sinonimo di matto e a quel “amico” di risposta che quasi voleva censurare. Entriamo nel mondo del suo libro e dell’album con la bellissima “Lettera da Volterra”, mentre lo sguardo va dalle dita che suonano la chitarra al suo viso che si anima per trasmetterci le emozioni di quelle parole.

Quasi ci viene da ringraziare Red Ronnie che fa accennare il finale di “Studentessa universitaria” che ci accompagna nell’ascolto di “Laureata precaria“. E il toccare la maglia di tela ruvida originale dell’Ospedale Psichiatrico di Volterra – drammaticamente stampato sul davanti OPV – che passa di mano in mano tra di noi, ci porta ancor di più in quel mondo infinito che Simone ci racconta.

Tra l’immagine di Simone che si appoggia maternamente alla spalla di una signora con i capelli bianchi e al tesoro che porta in tasca – una poesia che gli ha scritto di suo pugno Alda Merini e che condivide con noi – arriviamo alla fine dell’incontro con “Ti regalerò una rosa”. E malgrado l’abbia già ascoltata tante volte, mi pare di scoprire ancora altre sfumature, il viso di Simone ci racconta la canzone, oltre alle parole ci offre la sua emozione.

Un’ora, ma mi è sembrata molto di più da quanto è stata densa e intensa. Aspetto il servizio di “Tv Sorrisi e Canzoni” dove al posto delle foto con la famiglia, orgogliosamente Simone posa nell’Ospedale psichiatrico e maggio quando tornerà a Bologna con il suo spettacolo teatrale. Per finire non mi resta che condividere e allargare a tutti la dedica di Simone sul libro: buon viaggio!

emmevu

[NB – la foto è del 23 luglio 2005, scattata a Lido di Camaiore da Matteo]

  • Tra poco andrò alla presentazione a roma, e questa lettera non fa che accrescere la mia voglia di vedere Simone!!!

  • Peccato che la Feltrinelli di Roma fosse molto meno organizzata e che si sia dovuto fare quasi a botte per entrare nella piccolissima sala adibita all’incontro. Adirittura sono dovuti intervenire i Carabinieri per permettere a tutti i presenti di riuscire a intravedere qualcosa. Simone è stato molto gentile e disponibile come sempre, interessante la sua esperienza e di stimolo per noi ascoltatori.

  • Grazie x aver lasciato il commento. Quando ha fatto l incontro qui a Bologna io ero di ritorno da Roma (mia città natale) e molto probabilemnte non ci sarei neanche andata, perchè se non fosse stato per il libro che ho comprato 4 gg fa e finito oggi, io probabilmente non ci sarei neanche in questo sito.. Cmq.. x “colpa” di quel libro, la mia vita stà cambiando. Vedere l’umanità nelle cose.. ecco cosa..e mi stò adoperando in vari campi.. a proposito. visto che mi trovo voglio promuovere questa cosa. Sabato 9 giugno a bologna per le strade ci saranno cento volontari (tra cui spero anch io) ognuno dei quali reciterà la divina commedia.. Vi lascio immaginare l’atmosfera.. Siete invitati tutti. Simone e i suoi amici. Che cosi mi portate i saluti da Roma!

  • Anch’io c’ero e l’emozione è stata grande. Incontrarti Simone mi ha arricchito moltissimo…. sei uno come noi…. non te ne frega niente del mondo dorato e falso che devi frequentare si vede e traspare oltre ovviamente dalle tue canzoni, anche dal tuo modo di fare dolcissimo e paziente con tutti noi che volevamo assolutamente riuscire a vederti da vicino. Avevi un’aria stanca e mi hai fatto tanta tenerezza.

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