Un Festival alla Gaber

«I matti sono punti di domanda senza frase, migliaia di astronavi che non tornano alla base» canta Simone Cristicchi in «Ti regalerò una rosa». Potremmo definirlo, questo Sanremo, un «Festival del Teatro Canzone», più vicino a Gaber e più lontano da Ramazzotti e Baglioni.

[da corriere.it]

«Dice che Sanremo rispecchia il paese. E allora rispecchiamolo davvero». Paolo Rossi questo suggerimento lo vuole prendere alla lettera, scrive Gino Castaldo su la Repubblica. «Il regolamento del Festival dovrebbe essere adattato ai tempi, sono fermamente contrario a questa votazione uninominale alla tedesca. Ci vogliono alleanze, coalizioni, appoggi. Io sono pronto. L’idea mi è venuta insieme a Daniele Silvestri. Vogliamo contattare Simone Cristicchi, magari per le politiche giovanili. Poi chiederemo l’appoggio esterno di Nada. Ci vuole un capolista prestigioso, maturo, ci avete pensato? Ma sì, secondo me deve essere Dorelli, più o meno la stessa età di Prodi. Poi per tranquillizzare ulteriormente i moderati possiamo imbarcare Mango. E Milva ovviamente, ma forse è troppo rossa. Ci vuole un programma politico… Ma certo, dobbiamo buttare giù i dodici punti su come condurre la canzone leggera in Italia».

[da la7.it]

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