Io a Brugherio c’ero!

Nel buio si susseguono parole: prima le guerre d’oggi, poi sulle note di Faccetta Nera si sente parlare d’una guerra di ieri.
Pochi istanti e la luce illumina un fantaccino, seduto su una sedia, che inizia parlare della Cecchignola…

Comincia Li Romani in Russia al Cinema Teatro di Brugherio: Simone interpreta i versi di Elia Marcelli e ci mostra, ci fa letteralmente vedere, quei fanti romani che aspettavano la notizia della fine della guerra e si sono invece sentiti dire che avrebbero dovuto fare una passeggiata in Russia. Una passeggiata, sì, niente di che… tanto i Russi sono già in ritirata, si tratta solo di un pro-forma.
Dicono in caserma.
Tanto per sfilare a Mosca da vincitori.
Dice la propaganda.
Ma noi vediamo la verità. Vediamo come è andata realmente.

Durante il monologo vediamo il prete che vaneggia di guerra santa, le donne che salutano il reggimento in marcia, il Panza a cavallo ed i prigionieri Mongoli sotto la pioggia.
Vediamo Nicola, Peppe e Mimmo, vediamo la colonna di soldati già stanca anche se “ancora stanno ancora in Romania”…
Non è Simone che recita: forse è suo nonno Rinaldo che ricorda… e tutti nel teatro si sporgono verso il palco per vedere meglio il povero mulo seduto al lato della strada, con le zampe davanti appuntellate, come un regazzino… sei lì con la fila di soldati gobbi sotto lo zaino affardellato e cominci a sentire gli spilli della neve gelata sulla faccia, ricordi insieme a Giggi quanto ti faceva felice la neve, da bambino…
Ora non sei più felice, nel vedere quella sconfinata distesa di bianco da attraversare: non hai cibo, non hai acqua, non hai riposo, non hai vestiti caldi… hai solo paura, e freddo, fame e sete e dolori ovunque. Senti il rombo dei carri armati, senti lo scoppio delle bombe, vedi i corpi dilaniati di muli e di cristiani, ed i feriti in casa di Juliana sotto il quadro del figlio in divisa da soldato.
Vedi il pozzo.
Ed odi, ed odii, il cecchino.

In quell’ora e più di spettacolo senti freddo e fame come i soldati, insieme a loro. Le rime di Marcelli suonano come la parlata dei vecchi di paese, di qualunque paese ed in qualunque dialetto, suonano come casa, ma casa è lontana millanta mila miglia.
Le musiche di Areamag sottolineano meravigliosamente i picchi emotivi del racconto, comici e tragici, evocano le stesse immagini che ti evoca la voce di Simone e tutte le voci nelle quali si trasforma, tutti i personaggi che impersona.

Non c’è un solo momento in cui ci si distragga, un solo attimo in cui ci si ricordi che si è a teatro a guardare uno spettacolo. Anche durante i momenti in cui il palco torna buio, le voci di Radio Balilla ti preannunciano l’immagine che vedrai quando si riaccenderanno le luci.
E sono immagini di una realtà che ti sembra di poter toccare.
Simone tiene il palco magistralmente, ed a fine spettacolo riceve i meritati complimenti da tutti. Un signore distinto, piuttosto anziano, dice che è appassionato di teatro da tantissimi anni, e si complimenta davvero per la recitazione, incredulo che Simone non sia un attore di professione, con studi appositi alle spalle. Un’amica scherza dicendogli che potrebbe smettere di fare il cantautore e darsi alla recitazione, perché è dannatamente bravo. L’unica critica diffusa è che il tutto è finito troppo presto…e so’ soddisfazioni!

Ma il bello è anche altro.
Il bello è vedere mio marito, blandito per settimane per convincerlo ad assistere allo spettacolo, rapito dall’interpretazione di Simone e dal testo.
Il bello è sentire tutti i miei amici di altri “giri cantautoriali” che ringraziano per averli invitati a vedere qualcosa di così bello e particolare.
Il bello è vedere gli occhi lucidi di un’amica romana che sente le parole dette da Simone e ricorda quelle del proprio papà.
Il bello è la fila di persone in attesa di complimentarsi con Simone.
Il bello è Simone che, ancora, chiede “Allora? Sono stato bravo? V’è piaciuto???”

[Loh per RedazioneSlacciata]

  • Brividi lungo la schiena Lohana,davvero..
    Questo spettacolo ti rimane addosso come quel freddo,che col passare del tempo,quasi per un gioco di contrasti, si manifesta col caldo arroventato delle mie lacrime..

    Grazie per queste tue parole di vetro..

  • Complimenti, Loh. Con le tue parole, hai davvero dato la possibilità a chi come me non c’era, di essere lì.
    Grazie
    Max

  • Ma grazie a voi!!!

  • come detto.. Grazie Loh e Grazie Simone.. non scorderò mai quell’ora e mezza..

  • Complimenti al modo come hai raccontato un emozione vera che si prova sentendo questo monologo!!!

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