(Ri)aspettando Simone, a Catania

Simone e la mia città
[pensato e scritto da Maria Luisa]

Considerate una città ambigua, carica di contrasti, figlia di una terra aspra, maltrattata ma irriducibilmente bella. Una terra e una città di cui tutti credono di sapere tutto, che tutti elogiano attinendosi al ripetitivo repertorio dei luoghi comuni: sole, mare, caldo tutto l’anno, bella gente… brutta gente.

Considerate un artista sincero, vero, sbeffeggiatore e romantico. Un cantattore attento,anche a questa terra; che cestina convinto i canovacci stereotipati e che (aldilà di sole, mare e caldo) canta di questa terra fatta da gente. Bella gente, tale o apparente, ma pur sempre gente. Considerate tutto questo e otterrete l’equazione Catania e Simone, Simone e la mia città.

Catania la città dei contrasti, dicevo: se la maggior parte degli adolescenti (adolescenza che oggi si protrae sino ai 30 anni e oltre!) catanesi adora le canzoni dei cosiddetti fabbricanti di canzoni, con le rime preconfezionate “amore-cuore” e “tu-più”, compra musica d’oltreoceano sulle bancarelle colme di CD pirata; altrettanta buona parte di studenti universitari è fuori sede. Tantissime quelle studentesse universitarie che pur non essendosi trasferite a Roma sono distanti Km e Km dai loro paesi, dalle loro case. E’ così che, negli sguardi di genuina invidia (per me studentessa in sede) e nei trolley del lunedì mattina delle mie colleghe, rivedo la studentessa universitaria di Simone, una per tutte.

E’ una città Senza… senza troppo orgoglio, piagnona. L’orgoglio cittadino mediamente non supera l’argomento calcio, ma è anche una città dove alcuni vogliono allargare l’orizzonte di visione. Gran parte dei catanesi tende a divertirsi senza riflettere. Un esempio: Catania, 22 aprile 2006.

Piazza Stesicoro, salotto della città, sul palco allestito per il Deejay tour, si attendono Simone e Mario Venuti. Nell’attesa è facile capire che tanti non sono lì per Simone, sono lì perché c’è spettacolo, un palco, delle luci, delle immagini trasmesse su un video. Una madre parla, con la figlia appena adolescente, in dialetto: è stanca, ancora non si vede nessuno sul palco, e nonostante la figlia insista per rimanere, le due donne vanno via.

Simone si esibisce per primo, è Rufus. Parla dei matti, e i “perfetti” catanesi si distraggono, gironzolano, vanno al bar. Altri, naturalmente, rimangono, giovani e meno giovani che non si vogliono distrarre, che vogliono ascoltare, musica e parole.

In attesa di incontrare Simone, dietro le transenne, noto che anche coloro che vantano dei pass, oltre che un forte accento locale, si dilettano a storpiare il cognome di Simone (ma in fondo, da queste parti ho appurato che è quasi una mania). Cristicchi è un cognome che non passa inosservato alla “perspicace sensibilità” dei Don Giovanni di zona.

Ma è anche vero che c’è chi come me, in piedi, tra spintoni, ha fumato diverse sigarette passive e ha ascoltato Simone senza distrarsi, all’aperto, al freddo e al caldo delle piazze (6 gennaio 2006, piazza Municipio a Gravina di Catania: chi dice che in Sicilia è sempre caldo?).

E poi ci sono gli inviti nelle trasmissioni locali: il navigato presentatore che non trova di meglio che presentare Simone come “il giovane che vorrebbe cantare come Biagio Antonacci”, mentre il “buffone” della trasmissione che apprezza Simone, e che lo va ad ascoltare a Misterbianco a luglio.

La stampa locale parla di Simone, non troppo spesso e quando lo fa, troppo spesso per luoghi comuni. I capelli ricci, il tormentone Biagio, la partecipazione a Sanremo e lì termia Simone, a loro avviso. Forse il quadro è troppo drastico, ma purtroppo, o, forse, per fortuna non si può piacere a tutti (anche perché se si piace a tutti, probabilmente, non si è raggiunto veramente nessuno). Forse non saremo l’esercito che riempie i palasport per i concerti dei “fabbricanti di canzoni” ma sono convinta che ci sia un buon numero di catanesi che ha voglia di intelligenza e di onestà.

E questo passa anche attraverso la musica di Simone.

Grazie per questo mondo che è d’amore!

Maria Luisa

  • Ero in piazza a gravina di catania lo scorso anno!! è stato bello vederlo cantare…abbiamo ammirato il suo lato semplice e umile….
    sono convinto ke continuerà ad avere un grande successo!

You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.