Memoria selettiva.

ScritteCristicchi

10 febbraio, Giorno del Ricordo per le vittime delle Foibe.

Qualcuno, a Roma ed a Mestre, lo celebra scrivendo frasi offensive ed ingiuriose nei confronti di quelle vittime e nei confronti di un artista che le ha volute ricordare in uno spettacolo teatrale, insieme a chi è stato travolto dall’uragano della Storia al punto da essere strappato dalla propria terra e non riuscire più a metter radici in nessun dove: gli Esuli istriani. fiumani e dalmati.
Da quando fu annunciato, in un’intervista, che in Album di Famiglia ci sarebbe stato un brano dal titolo “Magazzino 18” ispirato e dedicato al dramma dell’Esodo dalle terre istriane nel dopoguerra, s’è scatenata la bagarre di accuse “Cristicchi canta le Foibe = Cristicchi fascista!”: si parla giusto di un anno fa, 10 febbraio.
Un anno di polemiche basate sul nulla e di insulti gratuiti.
Polemica continuata e reiterata durante la preparazione dello spettacolo, al suo esordio, durante il tour in Italia ed all’estero, poi in occasione della messa in onda televisiva… un anno di accuse di fascismo, revanscismo, neonazismo ma anche comunismo, perché ci son stati attacchi da entrambi gli estremismi ideologici.
Bell’anniversario, eh?
In un anno è successo di tutto, partendo dalle ingiurie e dalla diffamazione, passando dalle offese, dai tentativi di boicottaggio dello spettacolo, da atti di vandalismo, minacce più o meno serie fino a ritrovarsi con la Digos che sorveglia ogni rappresentazione di Simone ed indaga su quest’ultima becera manifestazione dell’ignoranza umana e qualcosina d’altro tra i vari esempi di squisita idiozia che ci son stati elargiti su Facebook.
Questo bel regalo d’anniversario è da parte di chi ha pensato di “manifestare il suo diritto costituzionale di esprimere la propria opinione” imbrattando i muri del Teatro Vittoria di Roma, il vicino ufficio postale ed un’altra superficie a Mestre (VE) con scritte offensive e minacciose, utilizzando simboli che dimostrano quanto la politicizzazione estrema e l’ideologia a senso unico vadano di pari passo con l’ignoranza e l’intolleranza: a Mestre usano il simbolo delle Brigate Rosse, che non eran certo eroi da celebrare né da prendere ad esempio. Erano terroristi, erano rapitori, erano assassini.
Erano violenti estremisti, come lo erano i fascisti.
La memoria di queste persone è selettiva: per loro vanno ricordate solo vittime di una certa categoria, quella che loro decidono esser degna di memoria e compassione.
Le altre? Le altre non esistono, perché secondo loro nelle Foibe ci sono solo fascisti.
Loh

mestre

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