Prova generale d’emozioni.

Di getto, senza filtro, in quell’ora della notte che è “troppo tardi per ieri, troppo presto per domani”, esco un po’ dalle righe di admin del Blog Senza Lacci e pagine varie e dico anch’io la mia, come tutti.

Sono a Trieste, di rientro dalla prova generale di Magazzino 18, e mi ritrovo a fumare alla finestra del mio albergo cercando di smaltire le emozioni provate e pensando a quanto enormemente sia cresciuto Simone come attore, dai tempi del primo C.I.M. ad oggi.
In una recente intervista ha detto che Calenda gli ha fatto tirar fuori gran parte del suo potenziale, nascosto, e che s’è reso conto che fino ad oggi negli altri spettacoli non recitava ma raccontava delle storie: ebbene, pur essendo dannatamente bravo a raccontare oggi il mio socio ha dimostrato davvero di saper recitare con tutti i dovuti crismi…

Direte: “Eh, ma tu sei di parte… non sei obiettiva…”.
Di parte, vero.
La mia parte è sempre stata quella del pubblico, di guardarlo con gli occhi del disincanto, seguendo i vari spettacoli in ogni loro veste e stesura permettendomi di dire “guarda che questo non funziona, non arriva, non si capisce” o “questa cosa è una stilettata al cuore, commuove al primo ascolto, vedrai che piacerà”.
Un filtro tra palco e platea e tra platea e palco, ecco la mia parte.
Un boomerang empatico dalle casse alle sedie e ritorno.

Oggi, con questo nuovo lavoro, ho visto la crescita e la maturità di un artista di cui s’è detto tutto ed il contrario di tutto, sul cui lavoro in questi giorni si sono sprecate polemiche un tanto al chilo utili solo per avvolgere il pesce col giornale su cui son stampate.
Son state fatte illazioni, dette tante belle balle, inventate bugie di sana pianta ma tutto si riduce al qui ed ora: questa sera Magazzino 18 debutta e sarà un trionfo, perché è uno spettacolo denso, intenso e meraviglioso.
Perché è sincero, vero e schietto, e se ne sbatte le balle di tutti i magheggi politici di chi ha una poltrona da conservare sotto il sedere o una da conquistare su cui poggiare il culo: i morti non hanno colore di bandiere di partito, sono solo morti.

Sarà un trionfo perché ti fa ridere e piangere e singhiozzare e pensare e vergognare e intenerire e sperare.

Paolini ha il suo Vajont, Simone da oggi ha Magazzino 18.

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