Da MilanoPost.info

Simone Cristicchi, quando l’impegno sociale diventa musica e poesia.

Una rosa a Simone Cristicchi per dirgli “Grazie”. Grazie ad un artista a tutto tondo, garbato, ironico, che ama la leggerezza, che sa ascoltare l’anima degli altri.

Le sue canzoni sono fiori rari di sensibilità e di gentilezza, di umanità e di respiro, di attenzione e di partecipazione. Vivere d’arte ed essere artista è la sua essenza: sa disegnare (è stato allievo di Jacovitti), sa far musica, ama la scrittura, il teatro e questo eclettismo dà la misura del suo grande talento.

Ama la sintesi delle immagini, conosce la folgorazione di un’idea, è surreale e vicino ai dimenticati, sa creare poesia e incanto. Può esprimersi con una filastrocca, con una ballata, con il divertimento di una parodia, con la denuncia di un tema sociale, con la riflessione sull’esistenza di Dio, ma la sua musica e i suoi testi vanno sempre al di là della banalità, dell’ipocrisia, del falso conformismo. E questa originalità è spesso poesia perché è nell’immaginario poetico che ingentilisce le sue storie, le rende accettabili anche se crude. E’ nella realtà dei sofferenti, degli emarginati che trova la verità del vivere. E’ nella vicinanza agli ultimi che trova la ragione del suo impegno sociale.

Un impegno che riesce a scandire la sua vita e la sua arte. E non deve sorprendere che dedichi ad Alda Merini versi e musica di rara sensibilità: “Io vorrei essere come lei / fregarmene dei giudizi altrui / avere un distacco netto / dalle cose del mondo / dalla volgarità di questo secolo” – con la descrizione minuziosa di una stanza polverosa, l’odore stantìo della cucina, l’abbandono di parrucche vecchie tra fiori di plastica, giornali accatastati a dimostrare la solitudine della donna Alda Merini nell’ultimo periodo di vita.

Forse ha spiato nei suoi occhi l’ombra del dolore per una pazzia mai dimenticata, forse le ha regalato una rosa, forse le ha scritto una lettera, in assenza di parole, forse… chissà. Forse in lei ha riconosciuto la speranza della rinascita, forse l’ha amata come ha saputo amare i pazzi dimenticati, senza speranza a cui ha dedicato tenerezza, comprensione, solidarietà.

Perché il cuore di Cristicchi è grande, sa vedere la bellezza, sa capire l’abbandono, sa cantare le emozioni. E che importa se, a volte, l’ironia sdrammatizza una realtà difficile, emarginata. E’ l’ironia del pudore, il profumo dei buoni sentimenti.

A lui che sa dipingere di rosso le piccole cose, la società degli umili, la verità degli emarginati, a lui un mazzo di rose. Sarà presente al festival di Sanremo con due canzoni: Mi manchi e La prima volta che sono morto.”

[Un articolo di Nene per MilanoPost.info]

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