Sulla moda del “coso”

deliri notturni
(solo per menti slacciate, rimuginare con cura)

1. Penso che quel “coso” (facebook) sia per definizione un ossimoro: pretende di ri-unire (i contatti) mantenendo divisi (la distanza necessaria, funzionale). Una provocazione? Forse. Ma alla somma o alla divisione preferisco la sottrazione (di se stessi) e la moltiplicazione (delle creatività). Già: lì si sottrae e moltiplica poco, bensì si aggiunge e divide. E così chi impera (o impara)?

2. Lì non siamo una persona, ma un’idea. Meglio: siamo l’idea che noi (ed altri) ci siamo fatti (o si fanno) di noi. Ma non siamo noi.

3. Ecco: un’idea mantiene le distanze, divide. E si somma ad altre idee, mutando natura. E poi sottrae noi stessi da quello che realmente siamo e moltiplica le creatività. Sì: lì siamo un’idea. O il ricordo di un’idea che non c’è più. Ma non delle persone. Per fortuna.

  • Non mi sembra sia solo il rischio di facebook, tutto ciò che è virtuale, è appunto non reale. Potrebbe correre lo stesso rischio anche questo blog… il rischio di porre un’idea, perchè qui (e nel web in generale) non ci entra in carne ed ossa una persona. Ci vorrebbe un bel crash globale, fuori uso tutta la rete e i pc per sempre, Paolo Cevoli direbbe “fatti e non pugnette”, che interpreto: amicizie coltivate nel concreto, giorno dopo giorno, per non avere poi molto spiacevoli sorprese. Ma si impara.

  • Sì, Chiara. Ma quel “coso” è la sublimazione del peggior rischio e della maggiore inconsapevolezza, secondo me.

    Quanto a questo blog, sai che per scelta, per esempio non ha “banner pubblicitari” come non ha regole rigide da seguire. Più che riunire cerca di dare qualche informazione e di porre qualche piccolo interrogativo. E poi (sai anche questo) ha da subito fatto passare dal virtuale al reale gli “slacciati” cercando di favorire gli incontri di persona. Di persona, non virtuali.

    Quanto al crash mi accontenterei di un “reset mentale”, più che la sottrazione di uno strumento. Forse.

    Un caro saluto (non virtuale)

  • Io penso che essere su FB non vuol dire necessariamente fingere di essere quello che non si e’ in realta’.E’ una scelta di ognuno.Io sono su FB e mi mostro sempre per quello che sono.Io vivo lontana dall’Italia e per me’ Fb e’ molto importante perche’ mi permette di restare in contatto con le persone a cui voglio bene e che sono molto lontane,mi permette di restare aggiornata sulle loro vite e loro sulla mia condividenso pensieri,foto….nascono dibbattiti e avvolte molto costruttivi.E’ anche grazie a internet che ho potuto conoscere Simone, seguire quello che fa…e la sua musica mi ha cambiato la vita. Quindi….non facciamo di tutta l’erba un fascio!!!!

  • Sì Rosa, certo. Quanto scritto sopra è solo una piccola provoc_Azione. Come per qualsiasi mezzo-strumento anche FB ha limiti e pregi. Intendevo qui FB solo come una sorta di metafora, non come mezzo di per sé, che di certo è utile a molti ed anche divertente. Insomma: un “delirio notturno” non voleva essere preso alla lettera (idem per il commento di cui sopra). Un caro saluto.

  • Si,ma la mia era una risposta a ChiaraFae…mi sembrava un po’ drastica come soluzione la sua.Sono daccordo con te,meglio un “reset mentale”…Un caro saluto anche a te.

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