Mi fermo, ergo ricordo

Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura? Un proverbio ceco definisce il loro placido ozio con una metafora: essi contemplano le finestre del buon Dio. Chi contempla le finestre del buon Dio non si annoia; è felice. Nel nostro mondo, l’ozio è diventato inattività, che è tutt’altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca.

[…]lalentezza

C’è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo.

Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio.

[da “La lentezza” di Milan Kundera]

  • Io mi candido. Da grande voglio fare la vagabonda. Ho provato cosa vuol dire vivere fuori dagli schemi che la società impone,che i ritmi quotidiani impongono, il lavoro impone, la famiglia impone, gli impegni impongono, “quello che dice la gente” impone, e a seguire il proprio passo… i ritmi del sole e del meteo… ascoltare… osservare… fermarsi e ripartire, è l’unica esperienza che il nostro corpo, il nostro essere, in natura, senza le tecnologie, la meccanica, ecc. può permettersi di fare. Ed è la più bella: vera, essenziale, concreta. Così bella che poi se ne ha il rimpianto ogni giorno in cui per gli impegni che abbiamo non ci è permesso di vivere quotidianamente. Così bella che si è tutti tesi verso lì, a ripetere, a tornare. W la lentezza!

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