Tu cosa ne dici? – la recensione di Brigida Pappagallo

Un’altra recensione di “Album di Famiglia” da parte dei fan: è la volta di Brigida.

Album molto impegnativo, che esalta al massimo la tenerezza e il romanticismo. Essendo un album dalle tinte dolci e delicate si presta molto ad essere eseguito come chitarra e voce, piuttosto che in un concerto rock. Un album molto rilassante, dato il tempo lento e molto dolce che è presente in quasi tutte le canzoni, ad eccezione di qualcuna; un album che più che cantato andrebbe recitato, raccontato, o meglio ancora sussurrato, considerato che i testi sono 13 belle poesie, anzi 13 perle rare. Questo rispecchia lo “stato di grazia” in cui si trovava Simone quando lo ha composto, un Simone arrivato nel pieno della sua maturità artistica, senza però tralasciare la continuità con i tre album precedenti, infatti anche qui ha riversato parte dello stile delle canzoni precedenti.
E’ il caso di Canzone Piccola, che ricorda molto “legato a te”, mentre la struggente “Laura” ha un po’ il ritmo di “L’italiano” specialmente nel ritornello, “Magazzino 18” ha molte affinità con “ti regalerò una rosa”, (e non poteva essere altrimenti visto che affronta un argomento difficile come le foibe), senza affinità con le precedenti canzoni invece la bellissima“Cigarettes” riesumata e molto attualizzata, anche se mi aspettavo un Nino Frassica più coinvolto, magari che leggesse una strofa. La divertente “Le sol le mar” sembra essere la continuazione di “a sambà”, mentre “Testamento” ricorda molto “lettera da Volterra”.
Il tema dominante dell’album è l’esaltazione dell’amore, in tutte le sue forme: dall’amore per la vita (“La prima volta che sono morto” , “Scippato”, “Magazzino 18”), all’amore per la propria compagna (“Canzone Piccola”, “Mi manchi” e “La cosa più bella del mondo”), persino l’amore per il lavoro (“Senza notte né giorno”) o l’amore per una vita sfortunata (“Laura”), ma anche l’amore per il teatro, ultima passione di Simone (“il Sipario”).
Lo “Cristicchi Style” ovvero le sonorità allegre e scanzonate del primo album, si ritrova in “I Matti de Roma” e nella divertentissima “Le sol le mar” le uniche due canzoni insieme a “La prima volta che sono morto” adatte forse ad essere suonate ad un concerto pop/rock.

Un album forse poco radiofonico, dato l’incedere lento dei pezzi; ma che non fa rimpiangere l’atmosfera relax che si respirava in alcune stanze del Grand Hotel Cristicchi, e del quale sembra essere il naturale proseguimento, segno anche dell’evoluzione della vita di Simone.

“Album di Famiglia” non poteva essere titolo più azzeccato, in quanto le canzoni non essendo urlate possono essere tranquillamente fatte ascoltare ai più piccoli, anzi è un album dove i piccoli la fanno da padrone ad incominciare dalla copertina molto colorata e soprattutto molto tenera, specialmente nella foto dove padre e figlio si tengono per mano e nella poesia allegata. Per me è un album che potrebbe servire ad avvicinare i bambini alla musica.

Le mie preferite sono “Mi Manchi”, “la Prima volta che sono morto”, “Canzone piccola” e “Le sol le mar”. 20 euro in tempi di crisi e con un lavoro che non c’è sono tanti, ma se sono spesi per un artista che stimo e per un album di assoluta qualità, sono soldi spesi bene.
A mio parere andava sicuramente inserita “di pianeta in pianeta”, che fra “i matti de Roma” e “le sol le mar” si incastrava perfettamente senza rovinare lo schema dell’album. L’unica canzone che francamente non ho compreso è la fantasma “Vanitas Vanitatum”, anche se in questa canzone si potrebbe pensare che sia lo zampino di Rufus…

  • Buona strada

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