Album di famiglia – il quarto disco di Simone Cristicchi

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Uscirà il giorno di San Valentino il nuovo disco di Simone, Album di Famiglia: 13 tracce e… “una ghost track da paura”, per usare le sue parole.
Per presentare l’album, invece, ecco le parole del comunicato stampa:

“Nel percorso di ricerca tra teatro, memoria civile e tradizioni popolari, Simone Cristicchi approda al quarto album nella sua piena maturita’ artistica e consapevolezza di stile.
“Album di famiglia” è il titolo dell’ultimo lavoro, verrà proposto giovedì 14 febbraio, in pieno festival di Sanremo, dove Cristicchi sarà in gara. Un titolo che sembra richiamare un’isola felice che resiste contro le dimenticanze e i cinismi del presente. L’album funziona come un talismano pieno di vita e riesce a parlare anche di un tema solitamente rimosso come la morte.
Così in “La prima volta (che sono morto)”, brano in gara al Festival di Sanremo, con swing e col suo sorriso surreale, Simone ci racconta un Paradiso alternativo, dove Pertini gioca ancora a carte e Pasolini gira il suo nuovo film. L’album, registrato in buona parte nella stessa casa del cantautore romano, vicino ai suoi affetti più intimi, racconta la parentela verso l’umanità tutta, la famiglia “umana” alla quale ci accorgiamo di appartenere attraverso il contatto con gli emarginati, i matti, i migranti.
In “Cigarettes”, l’integrazione rivisitata, un documento storico diventa, inaspettatamente, cartina di tornasole per i nostri “razzismi involontari”, impliciti, inconsci.
“Le sol Le mar” è, invece, una cartolina estiva, grottesca, da un Bel Paese eternamente in cerca d’identità, che preferisce promuoversi anziché guardare in faccia le proprie eterne contraddizioni.
L’album è un riassunto tematico di tutte le strade di ricerca percorse da Cristicchi in questi ultimi otto anni: ne “I Matti de Roma” ci ricorda “che male strano che è la normalità”, canzone che è anche una tappa del raccontare la sua città, Roma, dove i matti sono “la smorfia un po’ sdentata delle strade di città”.
In “Sipario” rivive la magia polverosa e antichissima dello stare in scena, i mille mestieri che creano una condizione unica, effimera eppure immortale: lo spettacolo.
Mondo privato e sguardo civile sono in Cristicchi lati di uno stesso metodo, sono il suo doppio movimento creativo: continuare a stupirsi del mondo e continuare a guardare dentro di sé, senza perdere mai il contatto, però, con una società che cambia, a volte in peggio (l’infanzia tradita o negata di Scippato).
La crudeltà che può attraversare il mondo dei media, pronti a farsi cannibali e giudici della vita privata delle persone, viene denunciata nella struggente “Laura”, canzone ispirata alla biografia e alle vicende dell’attrice Laura Antonelli, un omaggio e un monito, in forma di lettera, contro i pericoli delle “gogne mediatiche”.
Canzone Piccola, La cosa piu’ bella del mondo, Mi manchi (questo sara’ il secondo brano dell’album in gara a Sanremo 2013) sono tre piccoli capolavori di romanticismo moderno, esempi di quella “onestà delle emozioni in musica” di cui Cristicchi è ormai un giovane maestro riconosciuto.
Contro l’abbuffarsi di realtà, Cristicchi ci porta ancora una volta a visitare all’umanità dimenticata, in storie nascoste. Ad esempio a riscoprire la complessa vicenda dell’esodo giuliano-dalmata in Magazzino 18, nome del deposito situato nel porto di Trieste che conserva moltissime masserizie abbandonate da un intera generazione di italiani costretti all’esilio. La canzone farà parte di uno spettacolo teatrale in preparazione per la fine del 2013 per il teatro Stabile di Trieste.
Nel finale dell’album, Simone ci regala la poesia “Testamento” di Mauro Marè (considerato uno dei più grandi poeti del secondo ‘900 nel comporre versi in dialetto romanesco), un commiato dal mondo.”

  • Evvai, sei oltre,come Rino.

  • Finalmente, non vedevo l’ora! bellissima la copertina, immagino l’artista 😉

  • Evviva!

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