Impressioni al primo ascolto

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Una carrellata dei commenti degli addetti ai lavori: i giornalisti/critici musicali che hanno ascoltato in anteprima i brani in gara al Festival di Sanremo.

Francesco Chignola per www.sorrisi.com titola:
SANREMO 2013, ABBIAMO ASCOLTATO TUTTE LE CANZONI DEI CAMPIONI. LA RECENSIONE BRANO PER BRANO

Simone Cristicchi
Davvero curiosi i testi del cantautore di «Ti regalerò una rosa», giunto al quarto festival. «Mi manchi» è una canzone d’amore, costruita su un lungo, poetico e buffo elenco di similitudini della mancanza; nel suono e nell’arrangiamento, si rifà alla musica popolare, con violini e fisarmoniche. «La prima volta (che sono morto)» è un brano originale che esorcizza la perdita con spirito laico e ironico: è raccontato dal punto di vista di un defunto, che nell’aldilà incontra Chaplin, Pertini e il nonno partigiano che gli chiede: «Avete cambiato il mondo?». Niente paradiso, ma una «scuola serale» dove si insegna ad apprezzare meglio la vita. Come si dice alla fine: «Sarà per la prossima volta».

Marinella Venegoni per LaStampa, invece, distingue
Il meglio e il peggio di Sanremo 2013
Fra fiamme dell’inferno e stornellate:

GLI AUTORI NOBILI DIVERTONO
Qui c’è il top della compagnia. I più pungenti, Elio e le Storie Tese: «Dannati Forever» sfotte la moda dilagante delle fedi («Posso smaltire i peccati con il jogging?») e sollazza con un «Tutti insieme all’inferno/anche il governo/ coi sodomiti i moderati i giornalisti e gli esodati»; «La canzone mononota» è un capolavoro di satira sugli escamotage di scrittura nel mondo del pop. Max Gazzé nel ballonzolante ska «Sotto casa» se la prende con chi bada più ai rituali religiosi che non ai contenuti, mentre la complessa, ironica «I tuoi maledettissimi impegni» farà riflettere tutte le donne superimpegnate. Daniele Silvestri erompe in una stornellata postmoderna in romanesco: «A Bocca chiusa» canta la difficoltà di esprimere il malcontento nel sociale, «Il bisogno di te» è uno ska amarognolo su un amore viziato. Gran ritorno per Simone Cristicchi: «Mi manchi» è un’elegante e delicato pop/folk («Mi manchi come a un bottone l’asola»), poi nella ballata «La prima volta che sono morto» immagina il post-mortem: un posto dove giocare a briscola con Pertini e passeggiare con Charlie Chaplin.


Andrea Laffranchi per Il Corriere della Sera cita Simone nel catenaccio del titolo:
Sanremo, Fazio: «Sarà il Festival della musica»
Ecco le 28 canzoni ascoltate (e votate) per voi

Dalla malinconia di Cristicchi alle sorprese «Mononota»
di Elio e «Sai» di Gualazzi: i brani in anteprima

I CANTAUTORI DELLA GENERAZIONE 35-45
Cristicchi punta sulla malinconia latina («Mi manchi», voto 6) e sulla surreale «La prima volto che sono morto» (voto 7 e mezzo) in cui un cadavere fresco fresco racconta un aldilà dove non ci sono paradiso, purgatorio e inferno, dove si gioca a briscola con Pertini e si vede l’ultimo film di Pasolini.

come Leonardo Iannacci per Libero:
Sanremo, ecco tutte le canzoni del festival. Un trionfo di amori tristi e lutti
Cristicchi canta di morte, Silvestri di cortei, Elio di sensi di colpa e Gazzè di incomunicabilità: come sono cupi questi big

SIMONE CRISTICCHI – La vita dopo la (prima) morte: questo il tema choccante che Cristicchi canta con leggerezza in «La prima volta»: il suo è un paradiso pagano, senza Chiesa, dove si gioca a carte con Pertini e si vedono film di Charlot. Più lieve «Mi manchi».

Vanno sui particolari a Rockol.it

Simone Cristicchi
“Mi manchi” (Cristicchi)/Di Salvo/Pacco): Una canzone basata su immagini inusuali di mancanza (“Come una penna ad un notaio”, “A una suora il suo rosario”). Una melodia molto semplice e diretta, fatta per esaltare le parole più che la voce.
“La prima volta (che sono morto)” (Simone Cristicchi): canzone pù ritmata, che ricorda (è un paradosso, visto che è rivale in gara) Daniele Silvestri. Un bel testo narrativo, da seguire con attenzione per apprezzare appieno la canzone.
Impressioni: Coraggiosa importanza alla parola, più che alla voce o alla melodia.

Marco Molendini su il Messaggero fa notare che c’è amore ma anche ironia

Il filone ironico ha una parte importante. L’ex vincitore Simone Cristicchi torna efficacemente con la swingante La prima volta (che sono morto) che si conclude con un «si sta meglio all’altro mondo»

su Il Mattino, poi, Federico Vacalebre ammette bellamente di votare non tanto i brani appena ascoltati quanto “il passato di Simone”… un buon candidato per il Premio Rufus “Ma che stai a dì?!” 2012/13

Simone Cristicchi: 6 e mezzo, anche a lui più per il passato che per “Mi manchi”, filastrocca-chanson sull’amore perduto, e “La prima volta (che sono morto)”, comunque la più interessante dei due, in cui assicura: “Non è vero che c’è il paradiso, il purgatorio e nemmeno l’inferno, sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento”, e il caro estinto finisce a giocare a briscola con Pertini, a passeggio con Chaplin e a cinema a vedere i film di Pasolini (ai cattolici fischieranno le orecchie, c’è poco da fare, quest’edizione è più che laica).

Gino Castaldo per La Repubblica vota di manica stretta

SIMONE CRISTICCHI – voto 6½
Mi manchi / La prima volta
La prima è singolare, aggraziata, ricorda romanesche antichità. La seconda parla di morte anche se con ironia, stile i Gufi, immaginando un un altro mondo con Chaplin, Pasolini e il nonno partigiano.

ma nell’articolo in cui parla dell’alta qualità delle canzoni in gara sostiene

E ci sono anche contenuti: Elio, Gazzé, Silvestri, gli Almamegretta, Cristicchi, i Marta sui tubi, tra gli altri, portano canzoni con l’irrimediabile vizio di raccontare cose che accadono intorno a noi, magari con ironia, magari con sofferta partecipazione, ma pur sempre di sensibilità contemporanea.

Giulio Brusati per L’Arena si candida sfidando Vacalebre per la nuova edizione del Premio Rufus “Ma che stai a dì?!”:

Fuori target pure Simone Cristicchi che, oltre a una finto-sanremese Mi manchi, arriverà in Riviera con un brano intitolato La prima volta (che sono morto), certo non allegro.

RadioItalia sottolinea che sarà un Sanremo di qualità e fa notare che

Tra i pezzi più apprezzati dai giornalisti ci sono anche Cristicchi, i Marta sui Tubi, Malika Ayane, Simona Molinari e Maria Nazionale.

Angelo Calvini per L’Avvenire annuncia un Sanremo a tinte fosche:
Sanremo canta crisi e confusione

Inferno, paradiso e affini
Simone Cristicchi, oltre alla romantica Mi manchi, in La prima volta (che sono morto) riporta il tema della morte al Festival. Cristicchi, nei panni del caro estinto, racconta trapasso, funerali e aldilà. E anche se dice di non credere né alla Resurrezione, né all’Inferno, né al Paradiso, però, sullo sfondo del rimpianto, lascia aperta la porta ad un «chissà».

Anche per Paolo Giordano su Il Giornale sarà un Festival del pessimismo, ma con sorprese:

Un Gualazzi super. Come Simone Cristicchi, più prevedibile nella malinconia d’amore di Mi manchi ma decisamente all’altezza in La prima volta (che sono morto), surreale Dante alle prese con un imprevedibile aldilà nel quale passeggia con Charlie Chaplin, gioca a briscola con Pertini, guarda l’ultimo film di Pasolini e disillude il nonno partigiano

Divide invece i brani tra amore e politica Andrea Conti su TGcom24 e riporta:

Poeta con uno stile quasi alla Tenco” per “Mi manchi” che mostra un Simone Cristicchi innamorato e inedito con un climax musicale ascendente. Ironia classica sfoderata in “La prima volta (che sono morto”.

mentre Renato Tortarolo su Il Secolo XIX lascia un consiglio ai neo-diplomati da reality usando anche Simone come termine di paragone:

per Annalisa e Chiara il consiglio è tenere un low profile davanti a colleghi come Silvestri e Cristicchi che sono irraggiungibili quando parlano alla gente.

Mario Luzzatto Fegiz mette “La prima volta che sono morto” tra i 5 brani più belli su Il Corriere della Sera

Simone Cristicchi – «La prima volta che sono morto»
Che cosa succede «dopo»? Per l’artista l’aldilà sembra una scuola serale (…) «dove si impara ad amare la vita in ogni singolo momento»

sul suo forum “Fegis Files” aggiunge

Simone Cristicchi brilla in “La prima volta che sono morto”

ed esprime un condivisibile pensiero:

Detto senza nessuna volontà polemica e col massimo rsipetto per i colleghi: Ma come si fa a dare i voti alle canzoni di Sanremo dopo un solo ascolto?
Lo hanno fatto un po tutti i giornali. Ma giudicare con tanto di voto prima di aver assistito a una prova dal vivo sul palco mi sembra veramente azzardato. Anche perchè noi giornalisti abbiamo ascoltato le canzoni, il pubblico no. Quindi non si può nemmeno avviare un contraddittorio.

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