‘Tascapane’ Addio in musica

Era poeta e cantore dei Minatori.
Si e’ spento a Montemerano dopo una terribile malattia. Oggi i funerali

Grosseto, 11 ottobre 2011 – Lui il minatore non l’aveva fatto. In vecchiaia, invece, era quello che incarnava di più lo spirito di quel gruppo di persone che, tra un bicchiere di vino e una fetta di cacio, volevano far luce sulla fatica quotidiana, sulle lotte per la dignità e la giustizia sociale. Canti di quel romanticismo popolare e sanguigno che si erano dispiegati nel Coro dei Minatori di Santa Fiora, portati alla notorietà da Simone Cristicchi. Da ieri mattina, «Rosina» e «Volemo le bambole» avranno una voce in meno. Quella di Enzo Marelli, da tutti conosciuto come «Tascapane», 85 anni, «Fine dicitore di poesie e ottimo cuoco, anima nobile e semplice allo stesso tempo», come lo ha definito Cristicchi nel suo libro. Non ce l’ha fatta, col suo sorriso solare e quella battuta sempre pronta, a scacciare quel «malaccio» che lo aveva minato ormai da troppo tempo.

«Tasca», che il «piccolo mondo» delle miniere non lo aveva conosciuto, era uno che a Montemerano (il paese dove ha sempre vissuto) ci aveva «preso moglie», Tecla — morta due anni fa —, aveva cresciuto due figli, Marcello e Manola, e si era divertito con i quattro nipotini che adorava. La cava di travertino era stata la sua seconda casa. Sapeva cosa voleva dire spaccarsi la schiena. Poi quella grande passione per le canzoni popolari che stornellava di continuo.

«Era uno di noi da sempre — racconta con la voce rotta dal pianto Simone Cristicchi —. Da un anno non poteva più seguirci perché malato. E questa cosa lo faceva arrabbiare molto». Una colonna. «Tascapane» era uno sul quale potevi contarci sempre. Sia sul palco, che soprattutto nella vita. «Con noi ha fatto almeno 80 concerti — ricorda Cristicchi —. In una delle ultime apparizioni gli chiesi di recitare una poesia, ‘Amo la mia Maremma’ mentre questa estate a Montemerano lo abbiamo chiamato sul palco durante il concerto. E lui, nonostante non si sentisse bene, è stato con noi. E’ una grande emozione, per me, ricordarlo quando si commosse perché gli consegnammo una targa». Non voleva mollare: «Era un maremmano vero e forte — chiude Cristicchi —. Lo terremo sempre nel cuore». Oggi alle 14 il suo paese e il Coro saluteranno il «Tasca» per l’ultima volta nella chiesa di San Giorgio. Quell’«artista» dalle mani ruvide li saluterà dall’alto. Magari con un bicchiere di vino in mano e con un sorriso grande così.

(Da LaNazione-Grosseto )

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