Dare del “Lei” ai miserevoli

– intervallo senza lacci –

Viviamo, lo si vede e lo si sa, in Tempi bui e volgari, anche per la lingua italiana. Capita quindi facilmente di incontrare chi ci insulta miserevolmente. Bene, ecco alcune risposte “forbite” che, se del caso, potrebbero essere utilizzate in risposta a tali insulti:

– Le risponderei pure, ma sono contrario all’accanimento terapeutico.
– Purtroppo le Sue pillole di saggezza hanno solo effetti collaterali.
– In un test a scelta multipla, temo Lei farebbe le croci sulle domande.
– Le Sue parole sono come i titoli di coda di un film: quando iniziano, è il momento di andarsene.
– Guardi, non ho la minima intenzione di prenderLa in giro. Non c’è persona che mi piace prendere in giro come me stesso. E’ che a prendere in giro devo trovare soddisfazione

– Lei è una di quelle persone che, per semplificare problemi complessi, il cerchio lo disegna direttamente quadrato.
– Mi creda, vorrei tanto ignorarLa! Purtroppo non La vedo.
– Amleto non avrebbe avuto dubbi: Lei non è.
– Senza offesa, ma Lei è l’opposto di un maiale: tutto da buttare.
– Col Suo linguaggio si dimostra modesto persino come delinquente. Si faccia furbo: mi rubi le parole di bocca.
– Complimenti! Ha appena dimostrato che nelle piante la fotosintesi non sempre produce glucosio.
– Lei dell’intelligenza è la cura.
– Mi tocca pensare le Sue parole come delle cose belle, ché così almeno prima o poi finiscono.
– Un modo perché Lei possa guardarmi dall’alto in basso, effettivamente c’è: alzi i tacchi.
– Considerando la povertà del Suo linguaggio, la Sua intelligenza è adeguata.
– Lei è circondato dalle Sue stesse parole: si arrenda!
– Nel suo caso, la mela di Magritte tapperebbe un buco reale.
– Mi pare ovvio che quando Lei fa da sé, uccide gli altri due. Almeno.
– Non cerco certo applausi da Lei, ma ciò non mi impedisce di vederLa come una foca.
– La ascolto, La guardo e, grazie a Dio, non credo nella reincarnazione.
– Lei è una persona così piccola, ma così piccola che è impossibile schiacciarla.
– Per fortuna io e Lei non siamo due vasi comunicanti: mi ritroverei con l’intelligenza esattamente dimezzata.
– Io sono le mie parole. Purtroppo, anche Lei.
– Coraggio, dimostri in modo eclatante tutta la sua cultura e dialettica: dia iato alle trombe!
– In fondo Lei è un ballerino galante: si pesta i piedi da solo.
– Con Lei ho scoperto il sesto continiente.
– Lei ha superato la prova. Torni indietro e l’affronti!
– Drizzi le Sue lunghe orecchie: è giunto il momento di tirare le some.
– Temo si sia perso in un bicchiere d’acquaragia.
– Non mi auguro Lei sia un uomo solo, ma solo uno, sì.
– Le Sue parole sono solo la chiara manifestazione della crisi di rigetto dei pensieri di altri trapiantati nel Suo corpo.
– Se potessi circumnavigare la Sua testa La ribattezzerei Capo di Senza Speranza.
– Si dimentichi di me. Io posso farne a meno.
– Lei mi fa tanto effetto, cinema.
– Devo ammettere che le Sue parole hanno un senso: l’olfatto.
– Sarebbe inutile spreco di energie sbatterLe ora la porta in faccia: per lo stesso scopo, sono largamente sufficienti le mie ciglia.
– In principio era il Verbo. Poi con Lei, la devastazione. Anche dei sostantivi.
– Continui pure ad essere così come è, ma non si sorprenda poi se la polizia Le chiede di favorire i Suoi nocumenti.
– La Sua testa, in quanto crocevia e capitale di ogni inerzia umana, ha un nome: Kaputt Mundi.
– Vediamoci più spesso. Mi è salutare pensare ad altro.
– Nel Suo caso intelligenza e vocabolario coincidono: entrambi ridotti ai minimi termini.
– Le comunico che il tempo a Sua disposizione è avariato.
– Lei mi incanta! Lei mi incanta! Lei mi incanta! Lei mi…
– I Suoi modi rendono ragione della ragione che non ha.
– E sì, diciamocelo. Lei che mi insulta così, ed io che cerco di risponderLe sfoggiando un linguaggio forbito: due miserabili!

PS – Le frasi sopra riportate sono state compulsivamente pensate da chi scrive, dopo aver partecipato per qualche giorno al gioco creativo di questa pagina di facebook.
[Massimo Bocchia]

  • Questo post capita a fagiuolo: ho appena citato “Lei è circondato…” come (forse) saluto definitivo a quel mio caro “amico” che sai 😉

  • sono certo che mai scelta fu più opportuna, loh. (sorrido)

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