Meno Male, se ne parla

Non fidatevi di Simone Cristicchi! E soprattutto cercate di capirlo bene. basta un attimo di distrazione e ci si trova a recensire come stronzate quelle che in realtà sono fini giochi di parole, calembour, paradossi. Prendiamo il caso dell’ultimo Sanremo: uno sente “Meno male che c’è Carla Bruni / Siamo fatti così / Sarko-no, Sarko-sì / Che bella Carla Bruni / se si parla di te, il problema non c’è” e pensa “siamo tornati alle pinne, ai fucili e agli occhiali”. Poi legge meglio il testo: perché se lo si ascolta si canta e si danza. E’ meglio leggerlo e leggendo si trova: “C’è l’Italia s’è desta / dipende dai punti di vista / C’è la crisi mondiale che avanza / e i terremotati ancora in vacanza” oppure “Ci siamo rotti il pacco di sentire che va tutto male / della valanga di brutte notizie al telegiornale”.

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Nel brano proposto al Festival e intitolato Meno male Cristicchi usa l’ironia per fare una riflessione sulla situazione della libertà d’informazione nel nostro paese, scritto insieme a Francesco Di Gesù in arte Frankie Hi-ngr, il testo del brano sottolinea il fatto che i pettegolezzi sono da tempo assurti al rango di notizie e nel divertente ritornello Simone si scatena cantando col sorriso: “…ma meno male che c’è Carla Bruni, siamo fatti così, Sarkonò Sarkosì, che bella Carla Bruni, se si parla di te il problema non c’è! Io rido…” Pare che la première dame Carlà non abbia gradito, da ciò il rifiuto all’invito di portare le sue grazie sul palco dell’Ariston. Acuta la metafora che chiude la canzone: “La verità è come il vetro, che è trasparente se non è appannato. Per nascondere quello che c’è dietro basta aprire bocca e dargli fiato!”

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