Suffragio telefonico: un uomo, più televoti

controcorrente
Due parole due di chiarezza sul presunto valore del televoto, a prescindere da qualsivoglia interpretazione dei risultati. Il suffragio telefonico: pone una barriera di censo (non tutti possono permettersi di spendere soldi per esprimere la preferenza verso una canzone ed un cantante); non pone limiti di età (impossibile dimostrare che i minori di una certa età non usino il telefono per votare); non si basa sul principio universale “un uomo – un voto”. Ergo: un “uomo”, più televoti. Il resto? Solo chiacchiere. E business. (io rido)

[Max]

PS – Ughi ha definito “una falsa democrazia” il meccanismo del televoto che ha decretato i vincitori del Festival, apprezzando la contestazione dei risultati da parte degli orchestrali. Il musicista ha poi sottolineato “la decadenza culturale dell’Italia, un Paese in grossa difficolta’”, in cui “molti teatri sono gestiti da interessi clientelari”. (da: agi.it)

PPS – Chi ha usato i call center?
I televoti, arrivati dalle 20.43 alle 23.12, avevano creato la seguente classifica: 1° Pupo il principino con 212.482 voti, 2° Valerio Scanu (135.588 voti), 3°Marco Mengoni (80.287), 4° Povia (61.125 voti), 5° Arisa (37.069 voti), 6° Irene Fornaciari e i Nomadi (36.210 voti), 7° Noemi (23.089), 8° Malika Ayane (21.668), 9° Irene Grandi 18.358, 10° Simone Cristicchi (16.031).

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