Auguri dalla Redazione Slacciata

Un mese tra i bambini

I bambini giocano
nuovissimi giuochi,
noiose astruse propaggini
del giuco dell’Oca.

I bambini tengono in mano
il nostro avvenire.
Non questi che lo palleggiano,
ma generazioni lontane.

Il fatto non ha importanza
e gli ascendenti neppure.
Quello che hanno tra i piedi
è il presente e ne avanza.

I bambini non hanno
amor di Dio e opinioni.
Se scoprono la finocchiosa
spuntano pappe e emulsioni.

I bambini sono teneri
e feroci. Non sanno
la differenza che c’è
tra un corpo e la sua cenere.

I bambini non amano
la natura ma la prendono.
Tra i pini innalzano tende,
sciamano come pecchie.

I bambini non pungono
ma fracassano. Spuntano
come folletti, s’infilano
negl’interstizi più stretti.

I bambini sopportano
solo le vecchie e i vecchi.
Arrampicativisi strappano
fermagli pendagli cernecchi.

I bambini sono felici
come mai prima. Con nomi
da rotocalco appaiono
nelle réclame delle lavatrici.

I bambini non si chiedono
se esiste un’altra Esistenza.
E hanno ragione. Quel nòcciolo
duro non è semenza.

I bambini….

Eugenio Montale

[Redazione Slacciata]

  • Prendo spunto da questa lirica per turbare la quiete del blog, cosa dalla quale il più delle volte mi astengo per incurabile misantropia. E voyeurismo: mi piace leggere cosa ci scrivono gli altri.
    Ma è una buona occasione per rinnovare le mie personali felicitazioni a Simone.
    Ora, appunto, i bambini tengono in mano il nostro avvenire. Ma anche il nostro presente. E qui volevo porre l’accento su due questioni.
    La prima è che sono convinto che questo bambino porterà una ulteriore miglioria nella persona e nella vita di Simone.
    Quando ho conosciuto il buon Cristicchi, circa tredici anni fa, era timidissimo. Probabilmente lo è anche ora, ma ora, rispetto a quel periodo, è effervescente come una betoniera di Idrolitina. Me la ricordo ancora, quella sera all’Eskimo, quando lo invitammo a salire sul palco, e per fargli prendere la chitarra in mano ci volle la mano di dio. Poi, picchia e mena, lo fece, e tra il silenzio devoto e catacombale che era calato, sciorinò una cover dei Radiohead e Grace di Buckley. Ne è passata di acqua, sia dell’Arno che del Tevere, e devo ammettere che questa botta di meritata notorietà, invece di danneggiarlo come spesso succede (e ho un paio di esempi in testa che per diplomazia non faccio), lo ha straordinariamente migliorato. Simone si è aperto, suda pazienza e comprensione. Quando presentò il libro alla Feltrinelli di Firenze (così come immagino altrove), ha firmato autografi per due ore, e malgrado la stanchezza, ha avuto una parola e un sorriso per tutti. Simone ascolta. Rara avis, in questa società. Simone sa fare tesoro delle esperienze.
    Per questo credo che la paternità, che è una strada gratificante ma irta di perigli, gli farà fare il definitivo salto di qualità. Oggi ci affidiamo a santoni e cartomanti, facciamo le barricate pro Papa e contro il Papa. Fischiamo o applaudiamo. E nessuno si ferma ad ascoltare e riflettere.
    Vedrete che un giorno, invece di affidarci alle massime di Confucio, salterà fuori, tra le cartine dei Baci Perugina, che se la montagna viene da te e tu non sei Maometto, scappa, perché è una frana. Vedrete. Sentiremo presto parlare di nuovo i massmediologi di Simone Cristicchi. E non per un Sanremo.
    La seconda cosa che sottolineo (e auspico) è che questo bambino sarà un pargolo fortunato. Non già per un benessere economico, quanto per avere due genitori distanti dalla media nazionale. Questo non è un bambino che si metterà a strillare se non vede i Pokemon o non gli vengono comprate le figurine di Naruto. Questo non è un bambino che passerà i suoi pomeriggi dal Mac Donald. Vuoi mettere con i fagioli alla Trinità?? Ce ne vorrebbero, di situazioni familiari così. Proprio perché queste situazioni tengono in mano il nostro avvenire. Per non rischiare di ritrovarsi un giorno circondati di manager che mettono sotto contratto assassini, criminali o semplici soggetti discutibili per vendere un orologio.
    Salute a tutti, mi state simpatici.

  • Salute a te, Cristiano, e ritieni debitamente ricambiata la simpatia…
    Con le tue parole hai ben espresso i pensieri di tutti coloro che conoscono non solo il Personaggio Cristicchi ma anche la Persona Simone, e Sara.

  • dove abita cristicchi?

  • Caro Simone, voglio ringraziarti per avermi dedicato e per esserti ispirato al mio libro nella tua bella canzone “L’ultimo valzer”. Ne sono davvero onorato.
    Ciao e speriamo di incontrarci prima o poi.

    Lorenzo Licalzi

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