Ad Ercolano, io c’ero! (3/3)

TRA STORIA E STORIE…
di ChiaraS

Simone veleggia tra i registri emotivi con leggera e sorprendente semplicità, senza perdere di credibilità nè di intensità espressiva… ne è un esempio “Fabbricante di canzoni”, aperta da un applauditissimo e malinconico ricordo dei grandi del Cantautorato italiano purtroppo scomparsi… ogni nome viene accolto da uno scrosciante abbraccio, tutte quelle anime che hanno insegnato “la bellezza della Poesia”, tutte quelle voci delle quali “ce n’avrebbe più bisogno il mondo che il cielo”… tutti Artisti che hanno preferito “passare alla storia” invece di “accontentarsi di passare alla cassa”… e poi, la commozione si trasforma in sorriso, quando Simo cita i Pooh, veri Highlanders, che non solo sono ancora tutti vivi… ma si riproducono anche!!! Sorrisi che diventano calde risate quando il nostro strabiliante CantAttore racconta come nascono le canzoni “scritte con la calcolatrice”, e si scatena, insieme ai suoi altrettanto strabilianti ragazzi, sulle note dei più celebri tormentoni, abilmente modificati, degli ultimi anni, dagli Zeroassoluto a “Chihuahua”, da “I bambini fanno oh” ad “Aserejè”… tanto, tanto divertito entusiasmo da parte dei presenti di tutte le età. Ed entusiasmante la complicità di Simo con i musicisti… come quella tra i tanti colori nei quali si scindono le componenti dello stesso raggio di sole.

E’ il momento del finale… e come potrebbe non essere dedicato a quel fiore che tanto ha rappresentato, in questo meraviglioso anno di successi… Simone si accomoda sulla sediolina, di nuovo, come nei momenti più intensi della serata… stringe tra le mani il libro… e narra di quel ragazzo che si sentiva farfalla, che non voleva lasciarsi trascinare dalle correnti del mondo, che voleva dimostrare di saper volare, seguendo solo il suo cuore… un violino, una chitarra, un pianoforte, una luce fioca che accompagna la voce di un amore: il cortile della Villa spegne i rumori ed accende gli sguardi, molti dei quali, come i nostri, luccicanti di palpabile emozione… ancora una volta, il nostro CantAttore spicca il suo volo dalla sedia, a braccia aperte, come a raccogliere ed a trasformare in vento tutto l’affetto per lui. Inutile provare a descrivere quel brivido sempre nuovo, chi ha assistito ad un live di Simo sa… e chi non ha avuto ancora questa possibilità, può immaginarlo senza difficoltà. Un applauso inteso, lunghissimo, felice, sorrisi sui volti di chi quella sera non sapeva cosa aspettarsi ma non avrebbe potuto immaginare cosa avrebbe ricevuto.

Ci alziamo in piedi mentre Simone presenta i suoi ragazzi, e l’applauso invece di scemare, aumenta d’intensità. Tutti sotto il palco, a fargli sentire ancora più consistente il nostro calore. Ma… non finisce qui… mentre siamo ancora tutti assiepati nei pressi della scena, Simone rientra, chitarra al collo, per deliziarci con “Era de maggio”… e le prime note vengono già accolte “trionfalmente”. Un coro unico sul ritornello. Ancora un lunghissimo applauso. E ancora non basta: è il momento di far rientrare i musicisti, è il momento di “Studentessa universitaria”, che noi, e non solo, cantiamo a squarciagola. Un signore piuttosto anziano ci chiede Simone quanti anni abbia, e quando gli rispondiamo, il suo commento è “E’ proprio bravo!”… un ragazzo, uno dei ragazzi del gruppo che avevo notato inizialmente, gli grida “Simone, sei il nostro orgoglio”… eh sì, Simo ha vinto anche questa sera. Sorride dal palco, appare soddisfatto e felice, mentre gli applausi sembrano non volerlo lasciar andare.

Un “grazie” glielo dobbiamo. Non importa quanto tocchi aspettare. I camerini sono assolutamente inaccessibili, e noi preferiamo non insistere, evitando di farci forti della nostra appartenenza Slacciata. Ci mettiamo in fila, come tutto il gruppetto di persone più o meno giovani che lo attendono all’uscita. Nel frattempo, vediamo passare i giovani dell’Istituto e i loro accompagnatori, qualche minuto dopo tornano felici, con gli autografi tra le mani. E’ una festa anche per loro. E vederli sorridere è dipersè una festa.

Dopo una ventina di minuti, eccolo Simone, esce con Olen, entrambi allegri. La stanchezza c’è, ma non è bastevole ad allontanarlo dal calore di chi è lì per lui. C’è occasione e tempo per tutti per un autografo, una foto, un abbraccio. In punta di piedi, tocca anche a noi. Simone ci vede e ci riserva uno dei suoi dolci sorrisoni. Un abbraccio forte, e da parte mia, “confusa e felice” per questo mio primo live, un ringraziamento autentico, sussurrato materialmente, ma sostanzialmente gridato. Simone… ringrazia noi. E in quel momento tocco direttamente con mano, per la prima volta (visto che nelle due occasioni precedenti non avevo avuto modo di scambiare nemmeno una parola con lui) che in questi frangenti, il nostro Cespuglio è in grado di essere “oltre”. Oltre qualsiasi definizione si voglia dare di lui e del suo modo di porsi. Lo ribadisco ancora, e ci tengo a farlo: bando ai fanatismi ed alle squallide idolatrie, Simone è un ragazzo di straordinaria semplicità, con lo sguardo profondamente attento al mondo intorno a lui, in grado di cogliere tutto il meglio da questa osservazione, tesorizzandolo, utilizzandolo per arricchire una interiorità già fuori dal comune… e facendo in modo che tutto quanto c’è di polveroso, di torbido, di vuoto, di non sostanziale, non lo “sporchi”. Fatico a credere che questo, un giorno, possa smettere di stupire.

Fatico a credere che smetta di stupire la sua capacità di sorprendere e di arrivare con immediata forza e diretta essenzialità all’anima di chi poco sa di lui e magari non crede possa esserci tanto da scoprire. Questa sorpresa, la gioia di questa scoperta, l’ho letta in molti sguardi anagraficamente del tutto fuori dalla fascia considerabile come “target pop abituale”. E ne sono stata, ne siamo stati, enormemente felici.

Altri autografi, altre foto, instancabile. E… giunge il momento dei saluti. Un altro abbraccio, una promessa di rivederci presto. Simone ringrazia ancora, quasi incredulo rispetto a questo ennesimo bagno di autentico affetto. Per noi, altri sorrisi felici. Gli stessi che, tra “resoconti a caldo” ed emozioni stemperate a fatica, tra battute e musica, tra navigatori satellitari inquietanti e deliri notturni, accompagneranno il nostro ritorno a casa.

Di volta in volta, è sempre più difficile lasciarsi. Ma quel che si vive e si condivide diventa un collante di rara forza. Ed una finestra già aperta su quello che verrà. La prossima volta. Alla prossima stazione di questo viaggio che diventa, giorno dopo giorno, sempre più prezioso. Sempre più ricco di storia, e di storie. Le nostre, quelle di Simo, quelle di chi non vuole smettere di sognare, con i piedi ben ancorati al suolo e il cuore fra note, parole, sguardi.

Grazie Simo… e grazie ai miei splendidi compagni di viaggio.

ChiaraS

  • C’è poco da dire..sei bravissima..un abbraccio fortissimo Chiara..ho dei brividi alti così 😉

  • Chiarina, per leggere i tuoi resoconti ci vorrebbe un giorno di ferie, ihihihi….
    Ma ne vale sempre la pena, grazie! Sei davvero una bella persona, me lo confermi sempre.

  • Chiara, dolcissima, ho rivissuto quella magica serata fino all’ ultimo secondo… grazie di cuore, sai che tra noi non c’è bisogno di tante parole… anche perché ho un groppo in gola!!
    Ti voglio davvero un gran bene!!!!!!!!

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